martedì 8 marzo 2011

Lunga e tortuosa...

1791: Olympe de Gouges, con la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, dedicato a Maria Antonietta, pose i suoi contemporanei di fronte al ruolo negato nello spazio pubblico alle donne. La de Gouges scontò il suo moderatismo politico filo-monarchico e girondino finendo sulla ghigliottina nel 1793.

Luglio 1848: a New York si tenne un'assemblea di circa trecento donne, nella quale Elizabeth Cady Stanton formulò una dichiarazione dei diritti delle donne all'eguaglianza. Vi si affermava che uomini e donne sono eguali e «dotati dal loro Creatore di diritti inalienabili; che tra questi vi sono la vita, la libertà, il perseguimento della felicità». Il governo deve garantire al popolo tali diritti e, qualora non lo facesse, «è diritto di quelli che ne soffrono di rifiutargli obbedienza e di insistere per istituire un nuovo governo».

1884: Friedrich Engels pubblica “L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato” che tiene conto delle ricerche di Bachofen sul matriarcato.

1897: Emma Goldman (movimento femminile anarchico) scriveva: «Io chiedo l'indipendenza della donna, il suo diritto di mantenere se stessa, di vivere per se stessa, di amare chi e quanti vuole. Chiedo libertà per entrambi i sessi, libertà di azione, libertà nell'amore e nella maternità».

1905: Le «suffragette» Christabel e Annie Kenney furono arrestate e incarcerate per aver gridato slogan in favore del diritto di voto durante una riunione del Partito liberale. Seguirono altre manifestazioni e arresti.

8 marzo 1908: un gruppo di operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terrificanti condizioni in cui erano costrette a lavorare. Il proprietario Mr. Johnson, stanco della mancata produttività e soprattutto il non voler riconoscere tali diritti, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Un grosso incendio divampa all'interno della fabbrica e le donne operaie prigioniere ne furono travolte e ben 129 di loro morirono arse dalle fiamme.

1938: Virginia Woolf scrisse il saggio Three Guineas. La scrittrice immagina che un'associazione pacifista maschile le chieda un contributo per finanziare iniziative che possano scongiurare le minacce di guerra: la Woolf possiede tre ghinee, e decide di ripartirle in tre diverse opere di beneficenza, che raggiungano tuttavia il medesimo risultato di prevenire la guerra.

1946: Il diritto al voto è esteso alle donne anche in Italia.

1949: L’esistenzialista Simone de Beauvoir nel saggio “Il secondo sesso” scrive «Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo: è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna»

1957: Betty Friedan organizza dei sondaggi presso molte donne di mezza età, laureate o d'istruzione superiore, che si erano dedicate esclusivamente a una vita di casalinghe, intervistandole circa la loro istruzione, le loro esperienze e le eventuali soddisfazioni ricavate dalla loro vita attuale. Scrisse articoli su quello che chiamò "il problema senza nome", che poi raccolse e rielaborò nel libro The Feminine Mystique, pubblicato nel 1963.

1969: Si costituiscono il Fronte italiano di liberazione femminile (FILF) e il Movimento per la liberazione della donna (MLD), espressione del Partito radicale, che avanza richieste concrete: istituzione del divorzio, informazione sui metodi anticoncezionali, legalizzazione dell'aborto, creazione di asili nido.

7 luglio 1969: Il nuovo femminismo radicale, rappresentato ai suoi esordi dal gruppo delle Redstockings, lancia il suo manifesto a New York.

1970: «Il femminismo è la teoria, il lesbismo la pratica». Il gruppo delle Radicalesbians pubblica sulle “Notes from the Third Year” il suo manifesto, The Woman Identified Woman.

1972: a Trento si costituisce il circolo Lotta femminista e un collettivo di cinque persone pubblica un libro, “La coscienza di sfruttata”, che analizza la «questione femminile» da un punto di vista marxista: nella società capitalistica la donna è sfruttata due volte, sia come lavoratrice sia nel suo rapporto con l'uomo.

1978: La psicanalista Nancy Chodorow nel saggio “The Reproduction of Mothering. Psychoanalysis and the Sociology of Gender” considera le differenze di genere formazioni di compromesso del complesso edipico. Tutti i bambini, per i quali la madre rappresenta il primo oggetto sessuale, formano il loro Io in reazione alla figura dominante della madre. Il maschio forma il suo senso di indipendenza in modo più immediato emulando il padre nel suo interesse possessivo verso la madre/moglie.

1983: Un tema su cui le femministe, ma non solo, s'impegnano, è anche quello dello sfruttamento crescente del corpo femminile in spettacoli e in immagini, e della rappresentazione degradata della sessualità fornita da certe pubblicazioni. La femminista radicale americana Andrea Dworkin inizia insieme con l'avvocato Catharine MacKinnon, una campagna per ottenere la condanna legale delle pubblicazioni pornografiche.

1983: In Italia va in onda per la prima volta “Drive In” e le maggiorate "ragazze fast-food", l'archetipo delle varie veline, letterine ecc. che spopoleranno nelle più famose trasmissioni della televisione commerciale degli anni novanta.

1987: In Italia va in onda “Colpo Grosso”, trasmissione televisiva notturna nella quale i concorrenti gareggiavano in scommesse e giochi per far togliere i vestiti alle mascherine. Note le esibizioni delle “Ragazze Cin Cin”.

8 marzo 1994: Viene organizzata una manifestazione femminista, davanti agli studi televisivi del Centro Palatino, da alcune studentesse contro l'idea che la trasmissione “Non è la RAI” proponeva della figura della donna.

Giugno 2006: Scoppia in Italia lo scandalo denominato “Vallettopoli” legato a favori sessuali richiesti a varie soubrette in cambio di ruoli televisivi.

2010: Scoppia in Italia il caso Ruby che vede sotto accusa, per sfruttamento della prostituzione minorile, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi oltre al giornalista Emilio Fede, l’agente Lele Mora e la Consigliera Regionale Nicole Minetti. Il caso Ruby apre una breccia in uno sconcertante quadro di compravendita di corpi femminili in cambio di  benefit politici ed economici.

13 febbraio 2011: Un milione di donne in tutte le maggiori piazza italiane aderisce alla mobilitazione denominata “Se non ora quando” con lo scopo di denunciare lo sdegno da parte delle donne italiane (e non solo) nei confronti del degrado nel quale la figura femminile è spinta dai media e dalla cultura sociale contemporanea specialmente in relazione allo scandalo del Rubygate.

Ho solo provato a riassumere, e chiedo scusa per la superficialità con cui l'ho fatto, le tappe principali della lotta femminista e i punti cardine che io identifico come simbolo della deriva negativa della medesima specialmente in Italia. Mi chiedo, dove e come ci siamo persi? Cosa ci ha presi allo stomaco così tanto da non vedere che stavamo perdendo la rotta? Che ruolo hanno avuto televisione e politica in questo declino?
In una società immobile come la nostra a volte mi sarei aspettato un’insurrezione. Erano tante le donne in piazza il 13 ed oggi, festa della donna, sono tante quelle che rivendicano il vero significato di questa giornata, che lungi è dal dono della mimosa e dai locali notturni, ma cosa significa realmente pari opportunità tra i sessi? La rivoluzione di cui parlo passa certamente anche dalle piazze e dalle giornate di memoria ma trovo la sua reale collocazione nella vita quotidiana. L’uomo, e lo dico per conoscenza, spesso fa fatica a capire il meccanismo mentale di inibizione che si innesca nelle decisioni della donna e da per scontato che quindi questa problematica non esista. Sta dunque alla donna, a mio modestissimo parere, dar voce alle proprie necessità e urlarle se è il caso affinché esse compenetrino il muro saldo di centenarie radici che ci isola dal comprenderle. Quel muro oggi va abbattuto non dando mai per scontato nulla, prendendo senza chiedere, decidendo senza attendere una indiretta approvazione, agendo autonomamente, rimpossessandosi del diritto e del piacere del manifestare la propria femminilità senza rinunciare al proprio intelletto.

“Mi sono seduto nella sala d'attesa. C'era una ragazza che sfogliava senza interesse una rivista. Mi piace stare in una stanza con una donna. Anche quando prendo il treno, se entro in uno scompartimento e ci trovo una donna sono più contento. E se non c'è continuo a cercare finché la trovo. Non è che poi le rivolgo la parola, o ci parlo, o ci provo per forza, anzi, ma mi piace che sia lì. Mi piace la loro compagnia anche se silenziosa e sconosciuta. Le donne sono belle da respirare.” -Fabio Volo-


mercoledì 2 marzo 2011

Dura lex, sed lex

Un pugile dopo un round intenso, ecco come mi sento.
Confusione pura dettata dall’incapacità di raccogliere, assemblare, elaborare e schematizzare tutte le riflessioni sulla questione penale/morale italiana che sento ribadire da esperti oratori e ignari cittadini. 
Mi va ancora bene dato che non ho la TV (spenta 4 anni or sono) e mi reputo un cittadino “informato” ma se provo a mettermi nei panni di un fruitore mediatico comune ecco che la confusione diventa ansia e paranoia.
Il TG1 parla di “vita privata violata”, la Repubblica di pedofilia, Rete4 di magistratura comunista, Il Fatto di un pedofilo per di più concussore, il Papa non vede problemi finché non si tocca la scuola privata, Napolitano si auspica moderazione (che novità), 1.000.000 di donne si sentono sfruttate e offese, la Gelmini le reputa “poche radical chic”. Dunque mi chiedo…siamo certi di aver bisogno di tutto questo?

Prima di prendere un analgesico ho provato a rilassarmi un attimo e mi sono posto un paio di semplici domande che a trovare una risposta ci eviterebbero tanti dibattiti:

  • Premesso che ciò che un qualsiasi cittadino fa della sua vita privata non deve interessarci purché non leda i diritti di un altro, sareste sereni sapendo che il vostro capo ufficio sia un pedofilo e non riesca a prendere decisioni perché alle riunioni crolla per la mancanza di sonno accumulato? Il Governo non è forse una grande azienda?
  • Supposto che B. abbia ragione ed abbia agito per difendere i rapporti internazionali aiutando la figlia di Mubarak (miracolosamente marocchina), in una nazione fallita e corrotta come l’Italia, non avrebbe fatto meglio a trovare il tempo per sedere in Parlamento e discutere tematiche importanti per la nazione come le riforme per fronteggiare la crisi?
  • Premesso che ognuno ha la sua scala di valori, come può un cattolico appoggiare l’operato di un Presidente del Consiglio che ha baciato la mano del Papa, ha promesso sui suoi figli e ha dichiarato sacra la famiglia per poi tradire in prima persona tutti questi propositi mentendo, divorziando e andando a letto con prostitute minorenni?


Le città in questi giorni sono tappezzate di manifesti con frasi tipo “SILVIO RESISTI, SALVA LA DEMOCRAZIA” oppure “LA SOVRANITA’ POPOLARE E’ SACRA”. Benissimo, proprio sulla seconda mi trovo pienamente d’accordo!!! Silvio Berlusconi è stato eletto dalla maggioranza degli italiani per governare l’Italia. Mi chiedo allora perché non lo abbia mai fatto. Da 16 anni il Parlamento si occupa quasi esclusivamente di trovare scappatoie legali, quasi sempre incostituzionali, per salvare il primo ministro dai processi che lo attendono dietro l’angolo. Il Parlamento è fermo da mesi ma si trova il tempo per sollevare il conflitto d’attribuzione alla camera nell’estremo tentativo di bloccare i magistrati mentre ad esempio 350000 firme per abolire i privilegi della Casta giacciono a marcire negli scantinati romani.
E’ per far questo che gli italiani hanno scelto Silvio Berlusconi o per vedere concretizzarsi le promesse della campagna elettorale quando solerte invadeva ogni canale mediatico parlando di sicurezza, economia e immigrazione?

Io per natura non sono un giustizialista, credo nella magistratura e nei processi celebrati in tribunale e non in TV e ancor di più credo nell’innocenza fino a prova contraria ed è proprio per questo che mi chiedo perché, invece di tenere un governo in ostaggio, certo della propria innocenza, l’onorevole Silvio Berlusconi non si dimetta (anche pro tempore) e affronti a testa alta i processi che lo vedono imputato come farebbe un qualsiasi cittadino. Forse non crede di esserlo?
Temo che non riceverò mai risposta a questa domanda ma spero che qualcun altro inizi a porsela…